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Il Museo Internazionale della Calzatura Pietro Bertolini di Vigevano (MIC) è la prima istituzione pubblica in Italia dedicata alla storia della scarpa.

La sua nascita è dovuta alla donazione fatta nel 1948 dall’industriale Pietro Bertolini al Comune di Vigevano. In cambio della sua ricca collezione personale Bertolini aveva posto come unica condizione la sua esposizione al pubblico in un contesto adeguato. In realtà i primi spazi espositivi erano stati temporanei e inadeguati, e solo nel 1958, a seguito delle pressioni degli eredi, era stato istituito il Civico Museo della Calzatura Pietro Bertolini, la cui sede era stata individuata in Palazzo Crespi, che già ospitava Museo e Biblioteca Civici.

Nel settembre 1972, con quattordici anni di ritardo, il Museo era stato effettivamente collocato nel palazzo, presso un locale a piano terra, in ambienti appositamente arredati seppure di ridotte dimensioni. L’esposizione, impostata secondo criteri antiquati e poco fruibili, era limitata a 200 pezzi prevalentemente etnici e storici.

Condannato all’invisibilità per oltre trent’anni da successive amministrazioni che ne ignoravano le potenzialità il Museo ha finalmente ripreso vita nel 2003, grazie all’interessamento e alla tenacia di “Progetto Agenda”, una associazione tra imprenditori e privati cittadini presieduta dall’ing. Crespi e finalizzata alla valorizzazione di Museo e Castello. Uno spazio prestigioso all’interno del Castello Sforzesco, consistente in undici sale situate al primo piano della prima scuderia, è stato messo dal Comune a disposizione della Pinacoteca Civica e del Museo della Calzatura, affidate per un breve periodo alla direzione di Matteo Mainardi, che ne ha curato il primo allestimento. Nel 2009 le due entità sono state separate più nettamente ed il Museo è stato trasferito nelle sale collocate sopra la seconda scuderia, dove attualmente risiede.

Nel 2004 si è verificata una importante svolta in seguito al coinvolgimento di tre personaggi di spicco del mondo della moda calzaturiera. L’intervento nelle scelte artistiche e nella strategia di comunicazione da parte dei designer Armando Pollini e Andrea Pfister con il suo socio Jean Pierre Dupré ha modificato l’impostazione istituzionale mantenuta sino a quel momento, trasformando il Museo in una realtà dinamica ed internazionale. Attraverso le rispettive amicizie personali è stata notevolmente arricchita la collezione, con donazioni di modelli importanti; sono state aggiunte la Sala dei designer e la Wunderkammer e soprattutto avviati i contatti per le prime mostre che avrebbero conferito maggiore visibilità e prestigio.

A Pfister e Duprè si deve “Andrea Pfister”, prima grande mostra nel 2004. Sono seguite, con la curatela di Pollini e la collaborazione di diversi soggetti: “Ferragamo e i calzolai d’Italia” (2005); “André Perugia” (2005); “Aldo Sacchetti il calzolaio d’Italia” (2005); “Lusso e autarchia” (2005); “Gabriele D’Annunzio” (2006); “Vivienne Westwood” (2007); “Il tacco a spillo, fascino e seduzione” (2008); “Italia -150 anni dello stivale” (2011); “Visitors and Natives” (2013). Con la mostra “Il Tacco a spillo, fascino e seduzione” il Museo è stato presentato a New York, Madrid e Bilbao; con “Pollini e Pfister “ a Vaasa e con “100 Anni di seduzione” a Mosca.

Le Donazioni

Alla prima fondamentale donazione di Pietro Bertolini, senza la quale non sarebbe esistito il Museo, se ne sono aggiunte altre nel corso degli anni, provenienti da privati ed istituzioni.
Negli anni ‘60 gli eredi di Bertolini attraverso i Rotary di ogni parte del mondo hanno arricchito la collezione di importanti pezzi etnici e alla fine degli anni ’90, con l’interessamento del Lions Club femminile, sono stati raccolti pezzi storici dalle aziende vigevanesi.
Negli ultimi anni attraverso contatti privilegiati sono arrivati al Museo circa duecento modelli dalla donazione di Benedicte Jourdan, erede Charles Jourdan; la ricchissima collezione di Aldo Sacchetti; alcuni preziosi pezzi di André Perugia dalla donazione di madame La Faury, collezionista e amica del grande stilista.

A queste preziose testimonianze della storia della calzatura si aggiungono donazioni da parte di designer e operatori; alcune molto ampie come Armando Pollini, El Vaquero, Nello Nembro, Fornasiero, altre costituite da pochi modelli.
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